lunedì 15 giugno 2009

Assignment 3 - Coltivare le connessioni

Finalmente ho trovato il tempo per leggere "Coltivare le connessioni", riporto quindi le riflessioni che tale lettura ha generato.
Relativamente al fenomeno Internet si dice che:
"sembra che la capacità di coglierne l'importanza sia inversamente proporzionale a ruolo occupato nelle organizzazioni. Come dire: se sei un dirigente sarà difficile che tu possa capire cosa ci sia di importante in Internet"
Trovo questa affermazione molto vera e in base alla mia esperienze ho provato anche a darmi una risposta: in genere le persone che occupano ruoli di responabilità, tendono a delegare; probabilmente non riescono ad afferrare l'utilità dello strumento in quanto non hanno mai avuto il bisogno di utilizzarlo.
Spesso mi sono trovata a dover effettuare ricerche, prenotazioni on-line o anche semplicemente scrivere mail per conto di persone gerarchicamente collocate al gradino superiore. In questi casi tali persone non solo non svolgono in prima persona il compito richiesto, ma non s'interessano neppure su come tale compito viene svolto, l'unica cosa importante è il risultato. Per rimanere in tema con l'articolo, le persone che occupano un ruolo nelle organizzazioni costituiscono un nodo, che comunica, tramite connessioni, con il nodo costituito dalle persone di grado inferiore; queste ultime fanno a sua volta parte di una rete, connesa alla rete Internet, ma tale rete risulta invisibile al nodo gerarchicamente superiore.
Una sorta di black box, a cui vengono forniti degli input e da cui si aspetta degli otuput, senza preoccuparsi di cosa avviene all'interno. In breve, l'importanza del fenomeno è tanto più percepibile quanto più si sente il bisogno di farne parte.
Ancora:
"la quantità di opportunità offerte da internet è sconvolgente e non era immaginabile fino a 10 anni fa. Eppure sembra prevalere nell'opinione delle persone, e forse con ragione, l'idea di una cosa effimera, dove la quantità prevale sulla qualità, la stupidità sulla profondità"
Personalmente penso che non sia così lontano dal vero dire che generalmente la quantità prevalga sulla qualità, ma penso che si altrettanto vero che non è poi così impossibile imparare a riconoscere la profondità che se anche in misura minore rispetto alla stupidità, si trova facilmente proprio per la vastità di tale mondo.
Imparare a riconoscere la qualità, o meglio ciò che per noi è qualità, è un esercizio inizialmente faticoso, ma che si rivela poi molto più semplice e spontaneo una volta preso il via.A tal proposito mi è piaciuta molto la metafora del bosco, non occorre conoscere tutto, occorre godersi quello che c'interessa e giorno dopo giorno costruire la "nostra" conoscenza.

Nessun commento:

Posta un commento